Colon Irritabile Stampa

La malattia del Colon Irritabile o sindrome dell'intestino irritabile (SII) e’ un complesso sintomatologico, in buona parte caratterizzato da dolore addominale ed irregolarità dell'alvo e dovuto a modificazioni patologiche della funzione motoria del colon.
E' senza dubbio la più frequente causa di ricorso a consulto medico per patologia gastrointestinale.

Come me ne accorgo
Il sintomo tipico della sindrome del colon irritabile è il dolore: più frequentemente in fossa iliaca sinistra, può coinvolgere tutte le zone addominali ed è quasi costantemente presente. A volte  può anche interessare le spalle o la regione lombare. Il fastidio, tipicamente,  non e’ molto intenso; non disturba il sonno, può seguire il pasto ed e’ alleviato o risolto con l' evacuazione di feci o gas; la stipsi può essere tale da consentire l'evacuazione solo dopo uso di lassativi o clisteri; la diarrea con numero variabile di scariche con feci di consistenza ridotta, raramente notturne ed accompagnate o meno da dolore addominale. Nell' intestino  irritabile, generalmente, si alternano periodi di diarrea, di stipsi e di normalità nella evacuazione.
Tra gli altri sintomi addominali annoveriamo il meteorismo, il senso di gonfiore,  borborigmi,  nauseae dispepsia in genere.
Tra quelli  non addominali: cefalea, facile stancabilità, difficoltà alla concentrazione, palpitazione, dispnea, disuria.

Gli esami
Nonostante i consistenti progressi conseguiti in ambito endoscopico e radiologico, la diagnosi di sindrome del colon irritabile resta essenzialmente clinica e di esclusione: si fonda cioè  su un’attenta raccolta dell' anamnesi (presenza dei sintomi da molti anni e loro accentuazione in corrispondenza di stress emotivi o fisici) e sulla concomitante normalità della visita medica e di eventuali esami di laboratorio.
Se i suddetti sintomi si presentano, per la prima volta, dopo i 40 anni, o quando questi variano improvvisamente, e’ indicato sottoporre il paziente ad indagini atte ad individuare l'esistenza di patologia organica del colon (clisma opaco a doppio contrasto, colonscopia).

Cosa aspettarsi
La sindrome da intestino irritabile è un patologia cronica ed ha una storia clinica caratterizzata da periodi di riacutizzazione sintomatologica e da fasi di quiescenza. La patologia ha decorso benigno, e non determina, generalmente, dimagrimento o compromissione delle condizioni generali. Le uniche complicanze sono la comparsa (come conseguenza del ponzamento cronico nelle forme a prevalente stipsi) di diverticoli del colon,  prolasso muco-emorroidario, ragadi e prolasso del retto.

Che fare
La terapia deve mirare alla risoluzione dei sintomi predominanti.
Per il dolore: antispastici tipo anticolinergici (propantelina bromuro, prifinio bromuro, cimetropio bromuro) e miolitici (trimebutina, pinaverio bromuro, ottilonio bromuro, luoroglicina) che agiscono riducendo lo spasmo intestinale.
L'olio di menta in capsule, oltre all'effetto antispastico, è in grado di ridurre la sensazione di gonfiore addominale.
Per la stipsi: procinetici tipo levosulpiride che determina un aumento della motilita’ peristaltica intestinale e quindi facilita la progressione delle feci; fibre contenute nei lassativi di massa (metilcellulosa, Agar, Crusca, Glucomannani, derivati dello psillio); lassativi osmotici (lattulosio e lattitolo).
Per la diarrea: loperamide che agisce riducendo la peristalsi dell'intestino; farmaci adsorbenti (carbone attivo, caolino, diosmectite) che, adsorbendo i liquidi, aumentano la consistenza delle feci.
Utili, al fine di ridurre la componente psicosomatica, la stessa levosulpiride, gli ansiolitici (benzodiazepine tipo bromazepam, lorazepam) e gli antidepressivi (amitriptilina).

Consigli
Se il sintomo prevalente  è la stipsi, è necessario aumentare le fibre ingerite con la dieta (almeno 400g al giorno di verdure o frutta), bere almeno 2 litri di acqua al giorno ed aumentare l'attivita’ fisica. Regolarizzare l'evacuazione recandosi alla toilette, anche in assenza di stimolo, ad orari precisi.
Quando il sintomo prevalente è il dolore è utile ridurre l'ingestione di sostanze fermentanti tipo legumi, cavoli, cipolle, broccoli, spinaci, prugne, mele, ciliegie, banane, latte, panna, gelati, cibi molto grassi, fritti, cereali integrali. E’ comunque auspicabile che il paziente  impari a riconoscere gli alimenti che scatenano o aggravano i sintomi in modo da evitarli o da ridurne l'introito.

 

 

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